PISCINA LUSCIANO
La cisterna, di origine romana, approvvigionava di acqua gli edifici ubicati nell'area circostante. Essa, inglobata nelle fondamenta di un complesso edilizio settecentesco, è nota appunto come piscina Lusciano e prende il nome da un'antica famiglia patrizia proprietaria dell'edificio e del giardino annesso fino al 1836, anno in cui gli eredi vendettero all'archeologo Francesco M. Avellino. Il serbatoio dall'impianto irregolare è composto di 22 settori comunicanti tra di loro mediante aperture arcuate e la struttura muraria è in opera listata ovvero costituita da filari di laterizi alternati ad altri in reticolato di tufo.
Nel 1980 il giardino divenne proprietà del Comune di Pozzuoli e da allora Villa Avellino è una delle aree a verde più importanti della cittadina. Il detto bacino idrico interrato testimonia le capacità tecniche degli ingegneri romani anche nell'ambito della distribuzione e la conservazione dell'acqua per le esigenze quotidiane. Il sito archeologico non è visitabile.
A nord della suddetta cisterna vi è un altro serbatoio posto precisamente sotto l'attuale piazza del Carmine in un area destinata a giardino pubblico (Villa Avellino). La struttura m (50 x 20), realizzata in opera reticolata presenta il rivestimento interno in opera signina ed è composta di numerosi piccoli settori. La particolare conformazione ha contribuito alla nominazione della stessa come Cento Camerelle e nel suo coplesso, nonostante il tempo trascorso, si mostra ancora in buono stato di conservazione. Accanto alla cisterna si trovano altri ambienti voltati realizzati in epoca successiva uno dei quali dall'impianto circolare.
Pianta della cisterna detta Cento Camerelle rilevata e disegnata da Thomas Rajola. Tratta da "Avanzi delle antichità esistenti a Pozzuoli, Cuma e Baja" del 1772 di Paolo Antonio Paoli. |
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